Stiamo per raccontarvi una storia, quella di Francesco.
Non la storia della sua vita, ma quella del viaggio che sta per intraprendere, ricco di preparativi e di attese.
In barca a vela in solitaria, ma sempre in condivisione con la famiglia e gli amici che rimangono a terra.
Sarà un racconto a puntate, o meglio, a tappe.
O ancora, per essere più precisi: a miglia navigate.
Perché noi, come voi, sapremo cosa succede in corso d'opera, man mano che ci arriveranno le notizie.
Tutto ha inizio così, con lo stesso Francesco che ci racconta di come, alle soglie del mezzo secolo di vita, non sia più riuscito a trovare risposte esaustive alle domande sempre nuove e diverse che bussavano insistentemente alla sua porta. Sembra strano pensando a un uomo come lui, avvocato di successo e padre di famiglia, ma ci rivela come, guardandosi intorno a una certo punto della sua vita, non sia riuscito a trovare punti di riferimento.
Parla di sè come di un marinaio solo su una zattera che in balia della corrente non sa più da dove viene e dove sta andando.
Sarà forse anche per questo che ha deciso di partire per un anno di vela in solitaria?
Francesco si racconta, sinceramente ed emotivamente. E' bello ascoltarlo mettersi così in discussione mentre rivela pensieri, ricordi, debolezze e sogni:
'' Del resto, quando mi sono accorto di voler approfondire il pensiero di Pessoa e di Chatwin, di condividere le idee di Thoreau, di amare la poesia di Coleridge, di capire Lovecraft ed apprezzare D’Arrigo, di tifare per gli hobos di Jack London, di invidiare Gavin Maxwell fino al punto di non escludere, un giorno, di potermi costruire l’arredo di casa con i relitti spinti dal mare sulla spiaggia, allora, mi sono detto, forse, qualcosa in me è cambiato o sono nel bel mezzo di un importante cambiamento. E siccome la vita non è solo lavoro e denaro, politica e tasse, cravatte e sorrisi, regole e convenzioni, ma è anche consapevolezza di ciò che siamo, questa è per me un’occasione da prendere al volo per cercare di capire e di capirmi, di conoscere ciò che mi sta intorno e, soprattutto, di conoscere me stesso.''
La scelta del Mare Nostrum, come lo chiamavano i Romani, è stata suggerita dal fatto che queste acque furono teatro di culture, religioni ed economie, nonchè culla della nostra storia.
A lui dunque il compito di suggerire a Francesco una rotta interiore per godersi questa esperienza…
Noi, seguiremo questo viaggio da qui, proveremo a riflettere le nostre esperienze nell’avventura di Francesco per trarne degli insegnamenti, degli spunti e per sognare un po’ di più con lo sguardo perso all’orizzonte.
E quando si sogna, non importa che ci sia o meno il mare.
Francesco si trova a
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